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Le aziende italiane dell’agroalimentare rinaturalizzano la campagna: nascono le oasi verdi

Il lago Stora delsjön di Gothenburg

Da Barilla a Monini, sono tanti i gruppi italiani che guardano alla biodiversità trasformando boschi, cascine e vecchi poli industriali in riserve naturalistiche per tutta la società: ecco alcuni esempi.

Il settore agroalimentare italiano è sempre più allineato alla sostenibilità ambientale. Come dimostra uno studio di Allianz Trade e Format Research, il 50% delle imprese italiane extra-agricole e non finanziarie con un fatturato di almeno 2,5 milioni di euro ritengono che la transizione verso un’economia green avrà un impatto positivo sui loro affari. Non solo: le aziende più grandi (72%) assicurano di voler modificare in maniera radicale il rapporto con l’ambiente e la società. È in questo quadro che nasce il fenomeno delle oasi verdi, i tanti distretti che le imprese stanno trasformando in riserve naturalistiche a tutela della biodiversità.

Oasi verdi: cosa sono e come funzionano

Restituire il territorio alla natura e puntare alla riqualificazione ambientale: è questo lo scopo delle oasi verdi. Sono già tante le realtà produttive nostrane che abbracciano questa strategia nell’ottica dei principi ESG, i tre perni dell’economia del futuro: Environmental, Social e Governance.

Il Gruppo BF (Bonifiche Ferraresi), nel settore agricolo dal 1871, sta rilanciando l’antica Tenuta Le Piane di Sant’Angelo in Colle nel comune di Montalcino con un investimento di 2 milioni di euro. Sul terreno – 960 ettari, di cui 800 boschivi, 110 di seminativo e il restante pascolo – nascerà un polo di allevamento allo stato brado di capi di razza bovina Maremmana, al quale si affiancherà la produzione agricola biologica integrata con l’area boschiva per il recupero di arboricolture autoctone. La tenuta si completerà con una zona di produzione di bioplastiche, percorsi di trekking, cicloturismo e “forest bathing”.

Barilla ha già sviluppato un progetto simile con l’agriBosco: 23 ettari di terreno e un bosco con quasi 3.000 alberi di specie autoctone che circondano la sede di Pedrignano, vicino Parma. Dalla primavera del 2022 qui sorgono campi di girasole e di grano, coltivazioni di fiori e casette per le api. L’agriBosco, rigorosamente ad agricoltura biologica, assorbirà oltre 13.000 chili di CO2 ogni anno per i prossimi 100 anni e include un parco didattico per le scuole, aree per la condivisione di orti e frutteti aziendali e percorsi naturalistici privi di barriere.

Il lago Stora delsjön di Gothenburg
L’agroalimentare investe sulla biodiversità

Monini, produttore di olio extravergine dal 1920, ha chiuso una collaborazione con l’Università di Bologna e LifeGate, la radio dedicata al mondo della sostenibilità, per recuperare, riqualificare e bonificare la Tenuta Perolla in Maremma. La zona sarà la casa di tre insediamenti di api mellifere, api selvatiche e altri insetti come farfalle e coccinelle. Il passo successivo sarà il Bosco Monini: con un investimento pari a 20 milioni di euro, l’azienda promette di far nascere entro il 2030 un polmone verde in Italia da un milione di olivi, coltivati secondo tecniche di agricoltura integrata e biologica.

Villa Bogdano 1880, storica realtà di Portogruaro che produce vini certificati bio nei suoi 110 ettari di vigneti, ha stretto una partnership con Vegal, l’azienda di sviluppo del Veneto Orientale, per la conservazione e la tutela del bosco di Lison, sei ettari di bosco planiziale sulle rive dell’omonimo fiume. È la dimora di querce, aceri campestri, ornielli, olmi, frassini, carpini, salici e pioppi e diventerà un luogo di tutela delle specie e dell’habitat, attività di sensibilizzazione per i giovani e laboratori didattici.

Roncadin, pizza vegana e “bee hotel”

Roncadin, leader italiana nella produzione di pizze surgelate, ha acquisito un terreno accanto allo stabilimento di Meduno, in provincia di Pordenone, dove ospitare e monitorare 650.000 api. Vallelata e Legambiente hanno realizzato in tandem il progetto “Insieme piantiamo alberi” per la tutela del verde cittadino e la piantumazione di 1.000 alberi in otto regioni d’Italia: Piemonte, Lombardia, Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Sardegna e Sicilia.

I precursori nello sviluppo di modelli di business sostenibili si trovano però a Cascina Darsena, vicino Pavia. È l’Innovation Center Giulio Natta, uno spazio di coworking nato in una tenuta di 1.700 ettari con una cascina ristrutturata all’insegna della sostenibilità. L’Innovation Center è la sede di Simbiosi (la società capogruppo della holding NeoruraleHub che ha l’obiettivo di sviluppare tecnologie per il riuso di rifiuti organici e il risparmio di risorse naturali ed energetiche) e soprattutto della “Valley”, un innovativo esperimento di rinaturalizzazione. La mission della Valley è riportare oltre 450 ettari di campi a Giussago alla campagna di mille anni fa.

L’oasi verde di NeoruraleHub a Giussago

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ultimo aggiornamento: 22 Agosto 2022 9:46

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